Come l’Asprinio è riuscito a difendersi dalla fillossera

 

Non tutti sanno che l’Asprinio di Aversa è riuscito a difendersi dalla fillossera.

Una delle peculiarità più affascinanti dell’Asprinio di Aversa è il fatto che le sue viti non siano mai state attaccate dalla fillossera.

La fillossera è un parassita che alla fine del XIX secolo devastò gran parte dei vigneti europei, causando una crisi senza precedenti.

 

Cos’è la fillossera

La fillossera (Daktulosphaira vitifoliae) è un insetto che attacca le radici delle viti, provocando la morte della pianta. La maggior parte dei vitigni europei, con radici non resistenti a questo parassita, fu colpita duramente. Tuttavia, l’Asprinio di Aversa, allevato nell’areale della Doc Aversa, in Campania, riuscì a sfuggire a questa devastazione.

L’Asprinio riuscì a difendersi grazie ad una combinazione di fattori naturali e pratiche vitivinicole tradizionali.

 

Il suolo

Uno dei principali motivi per cui l’Asprinio non è stato attaccato dalla fillossera è legato alla natura del suolo in cui viene coltivato. 

Le vigne dell’Asprinio si trovano spesso in terreni sabbiosi, un tipo di suolo che questo parassita trova difficile da penetrare e in cui non riesce a sopravvivere facilmente. Questa caratteristica geologica ha fornito una sorta di barriera naturale contro l’infestazione.

L’Alberata Aversana

Inoltre, l’Asprinio di Aversa è coltivato con una tecnica tradizionale chiamata “alberata aversana”, in cui le viti sono fatte crescere su alberi di pioppo. 

Questa pratica non solo contribuisce a creare un microclima unico che protegge le viti, ma rende anche difficile per la fillossera raggiungere le radici delle piante. La combinazione di suolo sabbioso e la tecnica dell’alberata aversana ha creato un ambiente ostile per il parassita, preservando così le viti di Asprinio.

 

Un vitigno resistente

L’Asprinio di Aversa rappresenta un esempio straordinario di come la natura e la tradizione possano collaborare per proteggere un patrimonio enologico. La sua resistenza a questo parassita, non solo ha salvaguardato un vitigno storico, ma ha anche permesso a questa varietà di continuare ad allietare i palati degli appassionati di vino di tutto il mondo.